Ogni edizione di Partirò per Bologna è molto più di un semplice concerto. È un punto d’incontro tra generazioni, tra musica e impegno, tra memoria e presente. L’edizione 2025, ospitata all’Estragon Club il 29 marzo, ha raccolto dieci band storiche e nuove voci della scena alternativa in una serata carica di significato, dedicata alla memoria di Angelo “Sigaro” Conti, anima della Banda Bassotti. In questo contesto, un gruppo di giovani del progetto LWGT ha avuto l’opportunità straordinaria di partecipare attivamente, salendo su quel palco, condividendo suoni e sensazioni con artisti che hanno fatto la storia.
Pierfrancesco, uno degli studenti coinvolti, ha voluto raccontare in prima persona cosa ha significato per lui vivere quella giornata, tra prove, incontri e una musica che parla di solidarietà, resistenza e speranza. Le sue parole non sono solo un ricordo, ma anche un invito ad ascoltare davvero, a lasciarsi attraversare da ciò che è autentico.
Quando ti trovi per la prima volta in un luogo e senti che non c’è nulla da spiegare, vuol dire che hai trovato qualcosa di autentico.
Probabilmente è questo che mi sono detto appena arrivato all’Estragon, sede del concerto Partirò Per Bologna. Un altro evento, con altri musicisti, avrebbe richiesto pagine e pagine di descrizione,
intanto del luogo, e poi dell’atmosfera, della bravura dei musicisti, del calore del pubblico. Ma questo non è il caso di una occasione qualunque.
Qui tutto sembra profondamente vero, appena ci entri con doverosa umiltà e senza affrettare il giudizio. È bastato un pranzo assieme ai veterani del palco, un’uscita pomeridiana e un concerto
che esplodeva di energia, per farmi ambientare e apprezzare con gioia il privilegio di quella giornata. Quella giornata è stata in primis un raccontare a me stesso cosa è rimasto della solidarietà nel mondo, e poi un ricevere dagli altri una forza di coinvolgimento, maturata negli anni e nei decenni, sui temi e nelle esperienze, che ha nella mia vita pochi precedenti.
Si tratta di musica e di politica, ecco questa passione comune di cosa tratta: è un caloroso e appassionato grido solidale, mai sconsolato, nemmeno di fronte alle situazioni più crudelmente terribili. Certo, tutto questo non si impara in una serata, e da parte mia è servito uno studio che, essendo all’inizio, è limitato e parziale, ma è stata una buona base per accogliere nella mente e nel cuore tutte le emozioni di quel giorno.
Aggiungo alla gratitudine verso la Banda e tutti gli altri gruppi della serata, la volontà di continuare a capire, a farmi inondare di energia e a darne io della mia. Al fianco dei più deboli, che tuttavia resistono, ci sentiremo sempre la miglior versione di noi stessi.